“Presepe” o “presepio”? La dizione è corretta in entrambi i casi. Alessandro Manzoni nel suo componimento sul Natale usava entrambe le parole e questo dovrebbe fugar e qualsiasi dubbio linguistico. Nel mondo cristiano, ovunque nel mondo la nascita di Gesù viene rappresentata dal presepe, Che può essere interpretato da persone in carne ed ossa che recitano la storia della Sacra Famiglia, oppure da personaggi in miniatura. Nei paesi è sempre stata viva la tradizione di allestire presepi di grandi dimensioni e in quasi tutte le chiese italiane il presepe è l’attrazione natalizia principale.
angeli per presepio di epoca barocca
La narrazione della natività di Gesà Cristo risale agli evangelisti Luca e Matteo e nelle catacombe di Roma sono presenti diverse immagini della natività.
Ma il primo presepe, quello che diede il via ufficiale alla tradizione natalizia venne allestito nel 1223. A Greggio, all’interno di una caverna in un bosco, San Francesco d’Assisi allestì una mangiatoia e tenne una predica di Natale davanti a una folla. Le persone raccolte, quasi tutte analfabete, poterono imparare la storia della natività e così comprenderne il significato. Da quella data in avanti la tradizione del presepe inizio a diffondersi e nel 1289 nella Cappella Sistina della Chiesa di Santa Maria Maggiore a Roma ,venne realizzato un presepe con una capanna intagliata in alabastro dove è stata rappresentata l’adorazione dei Magi.
presepio napoletano
In Italia, Francia e Spagna, il periodo Barocco vede la massima fioritura dei presepi . I Gesuiti fecero costruire presepi ricchissimi con personaggi ed oggetti abbelliti con vestiti cuciti a mano, capelli e gioielli e costruire che l’usanza si estese ben presto oltreconfine nelle chiese di tutta l’Europa cattolica. Quella dei presepi divenne una vera e propria arte nel XVIII secolo, quando si iniziò ad ampliare la storia del Natale con vari episodi rappresentati in chiese castelli e case. A Bressanone oggi è possibile ammirare il più famoso dei presepi annuali, quello composto da oltre 4000 figure.
A Napoli una via dedicata ai presepi
Costruire da sé il proprio presepe è un compito affatto banale. A Napoli, ”Via San Gregorio Armeno è la celebre strada degli artigiani del presepe, famosa in tutto il mondo per le innumerevoli botteghe artigiane dedicate all’arte presepiale. La via e le botteghe sono aperte tutto l’anno ma è in inverno che il fascino e l’atmosfera raggiungono il loro punto massimo.
tutto quello che serve per costruire un presepe
A San Gregorio Armeno si può trovare tutto quello che serve per il presepe : dalle casette in varie dimensioni e materiali (sughero, cartone, legno) , agli oggetti “meccanici” azionati dall’energia elettrica come le cascate per i fiumiciattoli o i mulini a vento . Per le statuine non c’è che l’imbarazzo della scelta. Si passa dalle minuscole statuine dei pastori in terracotta dipinti a mano a statue alte 30 cm con abiti in tessuto cuciti su misura. Ci sono venditori di frutta, di pesce, il macellaio e l’acquaiola; il pizzaiolo “robotizzato” che inforna la pizza, i classici come Benito ed i Re Magi e naturalmente la Sacra Famiglia, con il corredo di bue ed asinello, in tutte le dimensioni, fatture e prezzi. La fantasia dei napoletani è famosa in tutto il mondo. Alcuni artigiani si sono specializzati nella realizzazione di questi pastori sui generis e non appena un personaggio sale alla ribalta della cronaca, ne creano il relativo pastore. Ci sono stati pastori Maradona , Nino d’Angelo, la schiera di politici condannati dell’era di Tangentopoli e ogni anno le novità si sprecano. .
Un vero #innamoratidellacultura dove può andare a Natale? Presepi da visitare ce ne sono tantissimi.
A Bressanone la mostra dei presepi
Per esempio a Sutrio (Udine)ogni anno si può visitare la mostra di presepi allestita nei vari cortili e il cuore della manifestazione è rappresentato dal grande presepe animato da ingranaggi meccanici. A Milano si può visitare la mostra permanente del Presepe del 1700 creato dallo scenografo della Scala , Londonio. Per informazioni dettagliate al link http://presepe.pernatale.com/presepi-da-visitare.html potrete trovare tutte le indicazioni per organizzare il vostro viaggio natalizio dedicato al turismo culturale.
Custonaci – presepe vivente
L’Italia è ricchissima di bellezza e di tradizione e il Natale è un momento perfetto per viaggiare e scoprire le bellezze e innamorarsi di ciò che il nostro paese offre.
Questa volta ci siamo mossi al contrario. Prima l’evento promozionale e poi la campagna. Il 26 di settembre, grazie alla collaborazione con Museo del Cinema e Circolo Mecenate – associazione attiva nella raccolta fondi per progetti culturali- abbiamo organizzato la visione gratuita del documentario “Redemption Song” di Cristina Mantis. Prodotto da Solaria Film e LAGO Film e distribuito da Movimento Film, il documentario è riconosciuto di Interesse Culturale con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International, il Riconoscimento Rai Cinema al Festival Visioni dal Mondo, e l’inserimento nel festival itinerante Cinemovel sostenuto da LIBERA, Libero Cinema in Libera Terra, http://cinemovel.tv/festa-mobile-save-the-date/.
La serata è a ingresso gratuito fino ad esaurimento posti . Per prenotare è sufficiente inviare una mail di conferma a Circolomecenate@gmail.com
A volte ritornano
Una delle domande che alcune persone pongono è se è possibile fare più di una campagna di crowdfunding. La risposta è si, ma deve avere unoo scopo diverso.
L’anno passato infatti “Redemption Song” era stata online durante l’estate e la campagna non aveva avuto successo. I fattori come sempre sono stati diversi e, certamente, uno di questi era la “call to action” che non è stata percepita come interessante dai possibili donatori. Dopo un anno di grandi successi e premi, lo staff di “Redemption Song” ha maturato una mission diversa e si è detta pronta a partire per una nuova raccolta fondi che verrà preannunciata il 26 di settembre e messa online pochi giorni dopo.
la regista Cristina Mantis
La nuova campagna è frutto quindi di una maggiore maturazione del progettista e, certamente, di una comprensione più approfondita dei meccanismi che regolano il crowfunding. Che sono si legati a una expertise professioanale in ambito comunicativo, ma soprattutto a una decisione interiore orientata al raggiungimento dell’obiettivo. Senza questa motivazione e in mancanza di un forte focus, nessuna campagna può avere successo.
Il protagonista Cissoko Aboubakar
Di cosa parla “Redemption Song”?
Le parole chiave sono “sbarchi” ed “esodo”. La regista Cristina Mantis racconta attraverso la telecamera, con grande delicatezza e sensibilità, il viaggio di ritorno a casa del protagonista Cissoko Aboubakar, arrivato a Lampedusa dalla Guinea come rifugiato politico . Perché Cissoko torna in Africa? Perché ha capito che il sogno che lo aveva spinto a lasciare tutto non esiste. ni Attraversare l’inferno delle guerre e dei barconi per cadere in altre forme di schiavitù non sono una soluzione. La soluzione è far cessare le guerre. Informare gli africani suoi fratelli che la terra madre va protetta e conservata. Che bisogna mantenere lì le proprie radici e famiglie.
A che cosa serve la campagna di crowdfunding?
Il documentario ormai è finito. E’ tutto a posto. Non serve la produzione, non serve la distribuzione. Quello che serve è portarlo in Africa e farlo vedere al più alto numero di persone possibili. Stiamo parlando di promuovere e sostenere un tour, magari internazionale o magari solo in Africa. In ogni caso si tratta di togliere “Redemption Song” dalle nostre sale e proiettarlo nel mondo. La campagna non è ancora definita nei dettagli, vi invitiamo comunque a seguirla sul portale.
Una scena del documentario
Alcune informazioni interessanti
“Redemption Song” sta girando parecchio. Questo è il calendario autunnale . 2016
14-18 settembre – Harlem International Film Festival – New York 1 ottobre Ferrara – Festival di Internazionale (Festival libero Cinema in Libera terra )
15 ottobre Parigi – Atelier Varan (culla del documentario) in cui Redemption Song e l’omaggio a Ettore Scola da parte delle figlie con la proiezione di “Ridendo e scherzando. Ritratto di un regista all’italiana”, scritto e diretto da Paola e Silvia Scola, chiuderanno il Festival libero Cinema in Libera terra, Cinemovel.
2016 13 Febbraio Proiezione/Evento a Ile de Gorée – Senegal
2016 Carovana di sensibilizzazione con l’OIM, Organizzazione Internazionale delle Migrazioni – Senegal
2016 3 Marzo – Festival Internazionale AfricaBamba – Dakar (Senegal)
2016 18 marzo – Presentazione del documentario al Museo MACRO – Roma
2016 22 marzo – Festival Sguardi Altrove – Milano
2016 2 aprile TAG / Tevere Art Gallery – Roma
2016 28 aprile – Auditorium Enzo Tortora – Milano
2016 5 maggio – Auditorium Fondazione banco del Monte di Lucca – Lucca
2016 9 giugno Other Movie Film Festival – Lugano
2016 10 giugno Rassegna Scambiamo il Mondo – Cinema Trevi – Roma
2016 23 giugno Giornata Mondiale del Rifugiato – Officine Babilonia – Cosenza
2016 28 giugno Festival Libero Cinema in Libera Terra, Cinemovel Festival di cinema itinerante contro le mafie. Con Don Luigi Ciotti – Casa del Jazz – Roma
2016 15 luglio al Romafrica Film Festival – Casa del Cinema – Roma
2016 20 luglio Rassegna Visioni Solidali – Palazzo Ducale -Sassari,- Clorofilla Film
2016 21 luglio Clorofilla Film Festival – Limonaia di Villa Strozzi – Firenze
2016 10 Agosto: Praia a Mare (CS) – Palazzo delle Esposizioni, nell’ambito della Biennale Riviera dei Cedri – Senza Frontiere. A seguire concerto dei Kidida
2016 18 Agosto: Joggi Avant Folk – Joggi (CS)
2016 20 Agosto: Manifestazione Tornare a Itaca – Grimaldi (CS).
2016 22 Agosto: Riace (RC) a seguire concerto dei Kidida
2016 23 Agosto: “Festival delle Migrazioni” ad Acquaformosa (CS) a seguire concerto dei Kidida
2016 28 Agosto Norwich Radical Film Festival – Norwich – United Kingdom
Venerdì 8 aprile, in occasione della Ia edizione della Settimana delle Culture Digitali “Antonio Ruberti” indicata come #SCUD2016, abbiamo organizzato un incontro per parlare delle nuove professioni in ambito culturale legate al digitale e, in particolare, al crowdfunding in ambito culturale.
Sede dell’evento, che si svolgerà dalle ore 18.00 alle ore 19.00, è il nuovo acceleratore di imprese sociali “Rinascimenti Sociali” di Via Maria Vittoria 38. L’ingresso è libero sino ad esaurimento dei posti. Chi desiderasse avere maggiori informazioni può inviare una mail all’indirizzo accademiadelcrowdfunding@gmail.com oppure chiamare il numero 3311671779.
Il crowdfunding si compone di diverse professionalità legate al marketing, alla comunicazione, al digitale che verranno illustrate dalla CEO della piattaforma stessa, Emanuela Negro-Ferrero. Emanuela, laurea umanistica, master in comunicazione d’impresa e un importante bagaglio professionale nell’ambito della comunicazione, è stata contributor per il documento ufficiale dell’Agenda Digitale per le sezioni dedicate al “digitale divide” e al “gender digital divide”. Durante una conversazione informale con il pubblico individuerà le aree di competenza professionale legate al crowdfunding in ambito culturale indicando i percorsi formativi necessari per costruire la figura professionale del “crowdfunding manager”. Questo specifico lavoro, che racchiude dentro di sé diverse competenze, è ben conosciuto ed affermato all’estero.
Vista l’espansione del fenomeno crowdfunding anche in Italia, le potenzialità esistono e vanno supportate con adeguati percorsi formativi in previsione di mettere a frutto la propria formazione all’interno di enti museali, associazioni, comuni e/o aziende.
La Settimana delle Culture Digitali #SCUD2016 è promossa dalla Rete Digital Cultural Heritage, Arts & Humanities School è dedicata al Prof. Antonio Ruberti promotore nel 1991 della “Settimana della Cultura Scientifica”. Si tratta di una settimana di eventi dedicati al valore delle culture digitali in tutte le loro forme, organizzati dai membri della Digital Cultural Heritage, Arts & Humanities School e da qualunque altra organizzazione che aderisca al manifesto della iniziativa.
Sono previsti convegni, seminari, iniziative di orientamento, laboratori aperti, performance e ogni altra manifestazione o forma di comunicazione suggerita dalla creatività dei proponenti, purché efficace in funzione dell’obiettivo di divulgare una seria cultura digitale di base.
Facendo un passo indietro, che cos’è la DiCultHer School? Si tratta di un progetto formativo relativo a 5 linee di ricerca scientifica e a 14 aree tematiche trasversali. Le attività sono nate ufficialmente proprio a Torino il 9 novembre scorso. DiCultHer School è un progetto molto ampio ed innovativo perché si sviluppa fra circa 50 soggetti (fra cui troviamo Università, Istituti di Alta Formazione, Enti di Ricerca e organizzazioni cultural). Questi soggetti si sono riuniti siglando fra loro un “Accordo di Rete” finalizzato alla creazione di un vero e proprio Campus Virtuale in grado di aggregare i centri di eccellenza (pubblici e privati, nazionali ed internazionali) e trasformarli in poli formativi rispondenti alle esigenze formative del “Mercato Unico Digitale”: economia e management dell’arte e della cultura digitale, design di sistema del cultural heritage, scienze umane e digitali, beni culturali digitali, arte e comunicazione digitale. Contestualmente a questi ambiti di ricerca sono nati anche 14 gruppi di lavoro funzionali all’attività della scuola».
Il 9 novembre ha visto la luce anche il progetto di punta della DiCultHer School: TG CultHer .
Si tratta del primo telegiornale italiano dedicato alle culture digitali. Nato in collaborazione con InnovaTv , ha come mission quella di raccontare lo sviluppo delle culture digitali, le opportunità lavorative offerte e le attività realizzate dai numerosi componenti della Rete.
Il digitale avanza in tutti i settori. Il nostro straordinario patrimonio artistico e archiettonico richiede attività di conservazione legate al digitale. E’ proprio il caso di dirlo: chi si ferma è perduto.
Finito Leonardo è il turno di Giotto. Famoso in tutto il mondo, il pittore duecentesco di nome forse faceva Angiolo. O forse Ambrogio. Di cognome Bondone. Questo lo sanno i pochi perché tutto il mondo lo conosce come Giotto. A scuola abbiamo studiato i suoi affreschi di Assisi. La Cappella degli Scrovegni a Padova. Gli affreschi in Santa Croce. E molte altre meraviglie in mostra fino a gennaio a Milano. Con questa grande mostra Palazzo Reale chiude una grande stagione. Si tratta di una strepitosa carrellata di opere. Tredici per l’esattezza, in prevalenza su tavola, mai riunite prima. Fra i prestiti da segnalare c’è il Polittico Baroncelli, tempera di Santa Croce, a Firenze, che, dopo aver preso parte a una rassegna nel ’37, non è più stata prestata. Dal Museo di San Diego, in California, è arrivata la cuspide centrale del polittico fiorentino.
grandiosità dell’arte di Giotto
L’IMPATTO E’ GRANDIOSO!
Gli allestimenti sono creati da Mario Bellini, che ha voluto visualizzare il cammino compiuto dall’artista fiorentino in l’Italia in un periodo di circa quaranta anni di attività. Sono rimasta impressionata dalle opere. Posizionate su grandi altari in ferro: un contesto ‘povero’ ideato per dare risalto alla bellezza delle tavole policrome. Nella penombra l’oro brilla come luce solare. Un vero incanto. Nelle sale dedicate alle opere giovanili si trovano il frammento della Maestà della Vergine da Borgo San Lorenzo e la Madonna da San Giorgio alla Costa, risalenti al periodo di attività tra Firenze e Assisi. Esposto anche il nucleo centrale dalla Badia fiorentina, con il Polittico dell’altar maggiore. Meravigliosa la tavola con “Dio Padre” in trono proveniente dalla cappella degli Scrovegni e il polittico Stefaneschi, il capolavoro dipinto per l’altare maggiore della basilica di San Pietro in Vaticano. Tutta questa meraviglia non fa che confermare che la cultura potrebbe veramente essere il motore di quel cambiamento di cui si parla senza agire. L’Italia non ha paese, città, villaggio dove non ci sia una meraviglia da ammirare, scoprire e, ahimè ? Evviva? Da restaurare e conservare.
Venerata e invocata con nomi diversi da popolo a popolo, la Dea incarnava sempre e ovunque il potere femminile di dare la vita, era la Madre dal cui grembo ogni forma di vita scaturisce e a cui alla morte ritorna per poi ancora rinascere, come nell’eterno ciclo della vegetazione. Brigid, Nimue, Durga, Verdandi, Aa, Ambika, Cerere, Astarte, Lakshmi, Urd, Hel, Maman Brigitte, Oya Yansa, Skuld, Sedna, Kali. E ancora, Diana, Artemide, Athena, Venere, Tara, Yemanya, Isis, Sekhmet. I nomi della Dea sono centinaia presenti in ogni religione e tradizione. Oggi, 25 agosto, a Milano inaugura “La Grande Madre”a Palazzo Reale. La mostra di Fondazione Trussardi in collaborazione con il Comune di Milano ideata per essere parte integrante di Expo in Città è una grande collettiva con opere di 127 fra artiste e artisti del Novecento curata da Massimiliano Gioni. Si tratta di un racconto iconografico della maternità e il tema scelto non è frutto del caso. Il titolo di Expo recita Nutrire il pianeta. Energia per la vita. Cosa ci può essere meglio di una madre per riunire la vita, il nutrimento e l’umanità?
Si tratta di una mostra grandissima che si estende lungo circa 2mila metri quadri al piano nobile di Palazzo Reale e ospita opere di artisti ultra famosi come Salvador Dalì, Frida Kahlo e Man Ray e figure meno note quali Niki de Saint Phalle, Louise Bourgeois e Mina Loy le cui carriere hanno raccontato un femminile per cui la maternità era problematica, negativa, oscura.
La prima parte del percorso si apre con i ritratti di idoli antropomorfi della Preistoria. Qui l’immagine della Grande Madre emerge in tutta la sua prepotenza come simbolo femminile di fertilità. Un’immagine archetipica che mi colpisce sempre perché la ritengo fonte di ispirazione per ogni donna. Una sezione espositiva è dedicata alle “avanguardie storiche”, in particolare al Futurismo, con opere, tra le altre, di Benedetta, Umberto Boccioni, Valentine De Saint-Point, Mina Loy, Marisa Mori e Regina; al Dada, con il riferimento al mito della donna meccanica attraverso le opere di Francis Picabia, Marcel Duchamp, Man Ray, Sophie Taeuber-Arp e Hannah Höch; e al Surrealismo con, tra l’altro, la presentazione di 50 collage originali di Max Ernst dalla serie The Hundred Head Headless Woman, e opere e documenti di André Breton, Hans Bellmer, Salvador Dalí, Leonora Carrington, Frida Kahlo, Dora Maar, Lee Miller, Meret Oppenheim, Dorothea Tanning. Marinetti, nel famoso “Manifesto Futurista” denigra la donna e il femminile. Il salto di consepovelezza è immenso e ben evidente nella seconda parte della mostra. Gioni seleziona i lavori di Louise Bourgeois, intorno a cui si dispongono artiste degli anni ’60 e ’70 quali, per esempio, Magdalena Abakanowicz, Ida Applebroog, Lynda Benglis, Judy Chicago, Eva Hesse, Dorothy Iannone, Yayoi Kusama, Anna Maria Maiolino, Ana Mendieta, Marisa Merz, Annette Messager, Carla Accardi, Joan Jonas, Yoko Ono, Martha Rosler, Sherrie Levine, Ketty La Rocca. Si arriva quindi agli anni ’80 con Katharina Fritsch, Cindy Sherman e Rosemarie Trockel, e agli ’90 di Rineke Dijkstra, Sarah Lucas, Catherine Opie, Marlene Dumas, Pipilotti Rist e le post-umane Nathalie Djurberg e Kiki Smith. La selezione delle opere più vicine a noi comprende la la prima presentazione in Italia della serie di ritratti realizzati da Nicholas Nixon, Brown Sisters.
Molto interessante la performance Teaching to walk, dell’artista slovacco Roman Ondák a cui si affianca la open call su Instagram con l’hashstag #TeachingToWalk. E’ possibile postare e condividere le foto dei primi passi propri e degli altri per testimoniare il distacco fisico dalla “grande Madre”. Tutte le foto saranno raccolte in un album che potrà essere sfogliato sul sito www.lagrandemadre.org. La mostra è a pagamento. Da visitare.
Emanuela Negro-Ferrero – enf@innamoratidellacultura.it – twitter@emanegroferrero
Il Salone del Libro di Torino è un avvenimento culturale a cui noi #innamoratidellacultura non potevamo mancare. Il giorno dell’inaugurazione, vista la presenza del Presidente della Repubblica e la previsione di un’affluenza straordinaria, abbiamo lanciato la campagna per “L’Indice dei Libri del mese. Chi non conosce l’Indice alzi la mano. Questa famosa rivista in trentanni di vita ha accompagnato moltissimi di noi in un percorso critico e intelligente che non deve essere disperso. La campagna ha come scopo quello di raccogliere una cifra sufficente a costruire la versione digitale, una applicazione editoriale e digitalizzare l’enorme archivio. Il vero tesoro da non perdere. L’occasione era propizia per presentare in grande stile la campagna. Come? Ogni progettista ha il suo modo di procedere. L’Indice dei Libri aveva uno stand al Salone in posizione strategica, all’ingresso. Un posto perfetto per distribuire materiale, vendere le borse realizzate appositamente per le ricompense. E programmare tre giorni densi di appuntamenti, presentazioni, interviste radiofoniche e dibattiti.
Emanuela e Chiara, crowdfunding manager per “Compro Oro”
Emanuela Negro-Ferrero ha accompagnato Raffaella Ronchetta, Ad di Farheneit452, la società che gestisce il “nuovo Indice” , in un percorso promozionale divertente e che, a conti fatti, si è rivelato ricco di opportunità e aperture. In due giorni L’Indice dei libri ha superato i 1500 euro di raccolta e ad oggi non accenna a fermarsi. Fare crowdfunding significa metterci la faccia. Darsi da fare per raggiungere il proprio obiettivo. Questo implica una buona dose di leadership personale che al team dell’Indice dei Libri non manca di certo. Gli interventi principali possono essere ascoltati al link http://www.primaradio.it/salone2015/14.05.15%20-%20Emanuela%20Ferrero%20e%20Raffaella%20Ronchetta%20-%20Piattaforma%20innamorati%20della%20cultura.mp3
Le copertine de L’Indice sono sempre bellissime
Il venerdì alle 18.00 ci attendeva una sorpresa, allo “Spazio Autori”, abbiamo potuto presentare davanti a un “crowd” attento , interessato e curioso la nostra piattaforma, in che cosa consiste il corwdfunding, il progetto e , last but not least, la campagna di video virali ospitata su La Stampa web e che, nemmeno a dirlo, sta aiutando tantissimo L’Indice dei Libri a raccogliere donazioni, consenso, visibilità e nuovi estimatori. La morale dei questo post è: chiedete e vi sarà dato. Mettere il progetto sulal piattaforma ha il senso di far circolare la campagna con azioni di comunicazione a basso costo. E’ anche un modo garbato per dire alle persone di donare versando il denaro lì e non a voi direttamente.
Il ritratto di Leonardo da Vinci e quello della Gioconda: un mistero?
In primavera, a Torino abbondano le esposizioni di volti. A Palazzo Madama l’autoritratto di Leonardo da Vinci ancora una volta in mostra. Dall’altro lato di Piazza Castello, nel Duomo, è esposta la Santa Sindone. Il meraviglioso autoritratto del più grande pittore di tutti i tempi che solitamente viene custodito in un caveau pressurizzato realizzato grazie all’intervento della Consulta per i Beni Artistici e Archiettonici di Torino, è stato spostato ed è esposto senza particolari protezioni se non un vetro a Palazzo Madama prima di partire per il restauro. Perché di restauri ne ha veramente bisogno, è inutile negarlo. Se i batteri che stanno “mangiando” la pergamena e appaiono sotto forma di macchie oscure sparse quà e là dovessero prendere il sopravvento il mondo intero rimpiangerebbe un capolavoro unico e inimitabile. La prima volta che era stato esposto al pubblico è stato circa trentanni fa . Poi , in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, è stato presentato in mostra alla Reggia di Venaria e oggi è a Palazzo Madama. Per la prima volta lo abbiamo visto da vicino. Una grande fortuna essere arrivati prima delle autorità. Meravigliosi i dettagli. I tratti del volto marcati, quasi lignei. Lo sguardo, intenso e profondo. Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima. L’anima di Leonardo da Vinci doveva essere immensa perché sebbene il ritratto non sia a colori i suoi occhi risplendono come se fossero vivi. Occhi che sanno guardare lontano. Anche noi vorremmo t guardare lontano. Più lontano di chi insiste a tenere l’arte sotto chiave. Torino ha la Sindone e la tiene nascosta. Ha il ritratto di Leonardo e lo tiene nascosto. E vero, Torino non è Roma, ma il concentrato di rarità artistiche preziose potrebbe ragionevolmente attirare qualche decina di migliaia di turista in più . Il che non guasta mai e nella Torino del futuro questo allegro via vai di persone decise a spendere sul territorio per mangiare e dormire e divertirsi potrebbe andare a riempire la casella “Cultura” con qualcosa di altissima qualità culturale. Noi siamo #innamoratidellacultura. E voi?
Emanuela Negro-Ferrero – Ceo www.innamoratidellacultura.it
Workshop dedicato ai sistemi di finanziamento alternativo. Presente la Startup Innamorati della Cultura insieme a mostri sacri dell’innovazione
Il passato 2 ottobre (2014 ) avevamo trascorso una giornata dedicata all’imprenditoria femminile. E all’innovazione. Il tema di base era l’Arte di RE-inventarsi e “Innamoratidellacultura” non poteva non essere invitata. La sede scelta per l’evento, l’Aula Magna del Campus Einaudi, si è prestata ad ospitare una due giorni di panel, dibattiti, laboratori e incontri . Interessante l’elenco degli invitati anzi, delle StartUp invitate. madrina di eccezione Valentina Parenti, ideatrice e animatrice del Salone . La nostra attenzione è rimasta concentrata sul convegno del pomeriggio. Il tema? Crowdfunding. Il padrino? Il boss degli angel investor torinesi. Non ci a aspettavamo tanta attenzione da parte del pubblico. La sala era gremita. Studenti universitari, qualche professore e molti progettisti. E’ stato istruttivo potersi confrontare con Angelo Rindone di www.produzionidalbasso, con Claudio Bedino di www.starteed.it, con l’arcinoto Gianluca Dettori e la sua piattaforma Sardex. La discussione è stata istruttiva, soprattutto con il collega Rindone. fare corwdfunding in Italia ci fa sentire pionieri di un nuovo modo di finanziare le idee. sapere che ci sono persone che lo fanno da anni con soddisfazione ci ha rassicurati. La strada che abbiamo imboccato è quella giusta . Ci siamo sentiti piccoli ma con buone gambe per crescere e correre veloce. Un fine serata inaspettato ci ha sorpresi con un laboratorio composto da immagini , suoni e parole raccolti la sera prima e raccolti a formare un racconto. Bellissimo lo storytellig creato con fumetti disegnati in tempo reale davanti ai nostri occhi come sintesi gioioasa di due giorni dedicati all’innovazione e alla speranza. Quella di potersi svegliare in un paese migliore. Dove tutti fanno corwdfunding per tutti in un perfetto clima di libero scambio.